Ampliamento e ristrutt.
padiglione B

Novaggio 2007-2011

Ampliamento padiglione B
L’ampliamento dell’edifico B, esistente, prevedeva un programma complesso di spazi molto diversi fra di loro per dimensioni e funzionalità. Esso doveva sorgere nella parte rimanente del terreno caratterizzato da una ripida pendenza e dalla vicinanza con il bosco. Anche qui la morfologia del terreno, la difficoltà degli accessi hanno portato a una soluzione che richiedeva un assoluto controllo delle funzioni, dei volumi e una precisa interpretazione delle potenzialità del luogo per riuscire a dare a ogni spazio una giusta collocazione e un necessario rapporto con il paesaggio.
Al piano strada si sono concentrate le zone di servizio con il carico e lo scarico delle merci, poi salendo verso l’alto si trovano i locali dell’ergoterapia, della fisioterapia e per finire con gli ultimi due piani destinati alla degenza.
Il progetto interpreta il luogo, parte dalle potenzialità, anche difficili di esso, per trasformarle in risposte architettoniche funzionali e di qualità.
La costrizione dovuta all’impervia del terreno e alla complessità del programma è diventata la protagonista della soluzione architettonica. Lo zoccolo alto e compatto contiene al livello della strada gli spazi tecnici e la piccola palestra, spazi che necessitano di una certa altezza, permettendo, quale supporto della terrazza della fisioterapia, di elevare l’edificio alla quota della vista e del paesaggio. Questa terrazza coperta è il prolungamento dello spazio della fisioterapia e permette, oltre che di continuare all’esterno gli esercizi terapeutici, di godere momenti di riposo contemplando il paesaggio che si apre verso sud-est.
Il nuovo volume con la sua espressione forte e compatta, nel suo lato a est abbandona l’ortogonalità dell’impianto per accompagnare, nel movimento, il limite del bosco che scende verso valle. Le camere di degenza agli due ultimi piani colloquiano con le fronde degli alberi del bosco adiacente, sempre pronti all’invadenza di colori con il cambiare delle stagioni.
Dietro il rapporto con il forte pendio è risolto con una serie di lunghi e stretti spazi-cavedio dove la luce e l’astrazione da realtà funzionali creano enigmatiche atmosfere.

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